Pino Pascali. FOTOGRAFIE
OPENING VIRTUALE DAL 6 MAGGIO 2020 su museovirtualepinopascali.it
Dopo il successo ottenuto alla 58^ Biennale di Venezia, la Fondazione Pino Pascali di Polignano a Mare presenta la mostra virtuale “Pino Pascali. Fotografie”: ad ospitare il progetto sarà la piattaforma museovirtualepinopascali.it realizzata in collaborazione con myphotoportal e inaugurata lo scorso 30 marzo con il progetto fotografico Camera con vista. La mostra è dedicata alla ricerca fotografica di Pino Pascali, un aspetto dell’indagine artistica e pubblicitaria fino a qualche tempo fa in gran parte sconosciuto e inedito. Presenti oltre 90 immagini realizzate e stampate dall’artista nel 1965 quando, da tempo impegnato nell’attività grafica per la Lodolofilm, intraprende un viaggio tra Napoli, Capri e Ischia per realizzare il suo primo reportage fotografico destinato alla produzione di uno spot-carosello per la grande industria alimentare di conserve italiane, Cirio. L’obiettivo della ricerca è subito chiaro: evidenziare i caratteri della tradizione napoletana all’interno di una prorompente connotazione emozionale. Il viaggio diventa una vera e propria ricognizione del paesaggio urbano e portuale; non dunque una semplice raccolta di immagini per un montaggio da studio, bensì un illuminante incontro con l’immagine. In questa sequenza di scatti c’è una storia tutta italiana: ci sono i tanti volti ritratti e le botteghe tra i vicoli, le passeggiate nelle piazze e i giochi dei bambini tra le strade, le piccole imbarcazioni nei porti e gli imponenti traghetti, i palazzoni che ridisegnano la periferia e la segnaletica che cambia. E c’è una società che, negli anni di grande risveglio sociale e culturale, si trasforma con grande rapidità e con intensa fiducia. Ma non è tutto. Negli scatti napoletani e in alcune fotografie realizzate a Roma (tra Trastevere, Campo de’ Fiori e Villa Borghese) Pascali raccoglie anche numerosi “dati grezzi”, utili per la ricerca scultorea: rapidi appunti visivi, annotazioni fissate con immediatezza, già destinate a divenire plasticità di opera d’arte. La mostra si articola in sezioni tematiche che ripercorrono i temi affrontati da Pino Pascali nell’arco della sua carriera artistica: “Cose d’acqua”; “Finte sculture”; “Geometrie e moduli”; “Il porto, le barche, il mare”; “Segni, lettere e numeri”; “Giochi d’infanzia”; “Il teatro e la maschera” ed è accompagnata dai testi dei curatori Antonio Frugis e Roberto Lacarbonara estrapolati dal libro Pino Pascali. Fotografie (Postmediabooks, 2018). L’acquisizione, da parte della Fondazione Pino Pascali, del Fondo Fotografico (143 stampe vintage che si uniscono alle precedenti 23) e del Fondo del Video Pubblicitario di Pino Pascali (13 caroselli originali oggetto di recente restauro) è stata resa possibile dalla preziosa donazione da parte di Carla Ruta Lodolo, da anni vicina all’artista e alla Fondazione che lo rappresenta nel mondo.
Pino Pascali. From image to shape
58. Esposizione Internazionale d'arte, Venezia, 2019
Pino Pascali. From Image to shape, photographs, sculptures and films a cura di Antonio Frugis e Roberto Lacarbonara
leggi l'articolo su Espoarte
SUPER. PINO PASCALI e il sogno americano
La Galleria Nazionele d''Arte Moderna e Contemporanea martedì 11 settembre ore 17:30
presentazione del libro
intervengono: Roberto Lacarbonara e Giuseppe Teofilo, autori Luigia Lonardelli, curatore MAXXI, Roma Marco Tonelli, critico e storico dell'arte
modera: Marcella Cossu, storico dell'arte Galleria Nazionale, Roma
ingresso libero fino a esaurimento posti
“SUPERMAN”, “SUPERMARKET”, “SUPERSTAR”, “SUPER POWER”. L’affermazione dell’immaginario americano, all’indomani della Seconda Guerra Mondiale, si misura con l’ostentazione di una egemonica superiorità, non solo economica e politica, ma anche e soprattutto culturale. Nel bozzetto "Super" dei primi anni ’60, Pino Pascali, da sempre affascinato dall’immaginario pop statunitense – specie nei ripetuti e dichiarati omaggi a Jasper Johns – sembra tracciare i segni distintivi della cultura visuale americana, anticipando molti dei processi della progressiva influenza postcoloniale in tutto l’Occidente. Questo volume racconta le vicende di quel bozzetto a pastello, oggetto di un attento restauro, e ne offre una riattualizzazione in grado di ricostruire il problematico “sogno americano” preconizzato dallo stesso Pascali: ne deriva una straordinaria narrazione allegorica che tiene insieme il dollaro e i simboli della democrazia americana, lo zio Sam di “I Want You” e quello evocato da Bob Dylan, il western e le armi, la Coca-Cola e la pubblicità, la letteratura di Foster Wallace, il jazz di Billie Holiday, il teatro dei Living Theatre e l’immaginario cinematografico, fino a raccordare, con ironica preveggenza, la parabola del potere federale da Abraham Lincoln a Donald J. Trump.
Volume pubblicato da SKIRA
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Pino Pascali La forma dell'universo
Pino Pascali alla Biennale di Venezia
“ALL THE WORLD'S FUTURES”
56. Edizione della Biennale di Venezia (9 maggio-22 novembre 2015)
In questa edizione della Biennale di Venezia, “All the World's Futures”, continuano le conferme dell'importanza di Pino Pascali nel panorama internazionale dell'arte contemporanea. Diversamente dalle altre edizioni, quest'anno il tema non si svilupperà in modo onnicomprensivo -spiega il curatore- ma sarà permeato da uno strato di filtri sovrapposti attraverso i quali riflettere sull'attuale stato delle cose e sull'apparenza di esse. Il direttore artistico Okwui Enwezor, filosofo della contemporaneità e uno tra i più importanti curatori del mondo ha invitato in laguna centotrentasei artisti provenienti da cinquantatrè paesi diversi (con un'attenzione particolare per l'Africa), mescolando maestri riconosciuti e talenti emergenti e rendendo omaggio con personali agli autori e autrici ritenuti capisaldi della cultura globale. Con un uso sapiente dell'allestimento tra Corderie, Arsenale e Padiglione Centrale ai Giardini, egli ha scongiurato il rischio di una Biennale cronachistica, legata tautologicamente all'attualità. Okwui Enwezor ha scelto solo quattro artisti italiani per il Padiglione Italia: Fabio Mauri, con un'istallazione nella cupola di Galileo Chini, Rosa Barba, Monica Bonvicini e Pino Pascali, con il suo Cannone Semovente del 1965. L'opera è una delle più importanti elaborate nel ciclo dedicato alle armi: sculture di armi/giocattolo di grandi dimensioni realizzate assemblando residuati meccanici, tubi idraulici, vecchi carburatori Fiat, rottami e manopole. Anche nel Cannone Semovente esposto in questa occasione, Pino Pascali, con l'abilità di un bricoleur è riuscito a ricostruire una grande scultura/giocattolo che da oggetto inquietante che la coscienza civile rifiuta o delega ai “signori della guerra”, si trasforma in un un elemento del mondo dell'infanzia e del gioco. L'artista è riuscito così a mettere in crisi il linguaggio della scultura tradizionale e a svincolare la forma dal contenuto ponendo forte attenzione al concetto di ironia. La costruzione è falsata in tutto: nelle dimensioni (il cannone è grande ma non a grandezza naturale) e la struttura sembra vera. La scelta di selezionare questo artista come uno dei rappresentanti del Padiglione Italia (e soprattutto quest'opera) sottolinea la volontà del curatore di ragionare anche sul tema dell'apparenza e dell'ambiguità della produzione artistica. Pino Pascali, permette ancora oggi di riflettere anche sul tema della guerra (che lui aveva vissuto da bambino come una presa in giro), che viene re-inventata come a sottolineare che tutto è finito, che tutto è un gioco, anche nell'arte.
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Pino Pascali a Verona
Chiesa di San Fermo Maggiore Corte Sant'Elena - 37121 Verona
10 maggio - 21 giugno 2015
Inaugurazione: 9 maggio ore 17
Ingresso libero
Informazioni: tel. 055410153
Catalogo: brochure con testi di Don Giancarlo Grandis, Alessandro Delpriori, Claudia Lodolo
Si inaugura sabato 9 maggio alle ore 17 una mostra dedicata a Pino Pascali, uno dei più grandi interpreti dell'arte italiana del Novecento e tra gli esponenti più significativi dell'arte povera. Pino Pascali, scultore, scenografo, performer e disegnatore, è tra i quattro artisti italiani scelti dal curatore Okwui Enwezor per il padiglione internazionale della 56. edizione della Biennale di Venezia, intitolata All the World's Future, inaugurata mercoledì 6 maggio.
La mostra, realizzata in collaborazione con il Museo Diocesano d'Arte Sacra di San Fermo Maggiore e l'Associazione Amici del Centro d'Arte Spaziotempo, indaga il rapporto tra arte contemporanea e sfera del sacro. Nel suggestivo ambiente della Chiesa inferiore di San Fermo Maggiore a Verona, saranno presentate quattro opere su carta inedite in cui l'artista pugliese affronta il tema del divino nella raffigurazione del volto di Cristo. Queste opere appartengono agli anni giovanili, tra 1957 e il 1958, periodo in cui Pascali era ancora studente all’Accademia di Belle Arti. Le immagini di Cristo, realizzate con la tecnica “a stampo”, introducono un aspetto meno conosciuto dell'eclettica produzione artistica di Pino Pascali.
"I quattro Cristi fanno parte di un periodo in cui Pascali era ancora studente all’Accademia di Belle Arti. A quei tempi, tornava spesso in Puglia dai suoi genitori. Insieme ad altri suoi amici coetanei e compagni d’Accademia anche loro pugliesi, a volte andava a trovare un ricco uomo d’affari, Sergio Mantovanelli, il quale amava l’arte e viveva con sua moglie in una stupenda villa sul mare a Brindisi.
(…)Pino Pascali ci lascia queste quattro immagini: di un uomo, proprio come fu Gesù Cristo, di un’impronta enigmatica e misteriosa, proprio come è la Sindone. Quattro volti silenti e al tempo stesso carichi di storia e di storie dei quali noi, adesso, possiamo solo inebriarci nell’immaginare l’Uomo, il Padre, l’Eroe e il Divino". (dalla presentazione di Claudia Lodolo)
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Pino Pascali a Bagno Vignoni (SI)
ART HOUSE piazza del Moretto 40, Bagno Vignoni (SI)
dal 2 maggio al 5 luglio 2015
PINO PASCALI | STILIZZAZIONI? NON SOLO
TEL. 0577 887054
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Art-House inaugura la seconda mostra con la collaborazione dell'Archivio dell'opera grafica di Pino Pascali di Firenze, della Galleria Granelli di Livorno e della Collezione privata di Carla Lodolo Ruta.Viene confermata la cultura espositiva che integra competenze e proprietà private, di enti e di altri centri d'arte moderna e contemporanea.Proponiamo ai visitatori della mostra un contratto diretto con Pascali stilizzatore: termine desueto, ma utile per cogliere la ricerca dell'artista nella composizione grafica dell'immagine.
L'opera in copertina, Moschettieri, svela l'evoluzione creativa che presenta il gesto grafico: particolari ripetuti costruiscono i “personaggi-puzzle” dopo assemblaggi sofferti, cancellazioni e scarabocchi.
Non solo stilizzazioni, come la percezione delle opere in mostra evidenzierà quando il segno dell'artista si sposta su materiali e supporti inusuali, come in Arciere - Fondale – Dinosauro o Mascherone. Un esito estetico altrettanto importante – Pascali scultore – è riscontrabile quando la committenza pubblicitaria è sostituita da una libera ispirazione, in cui i contesti di origine pugliese e costiera si alternano a memorie di giochi d'infanzia con armi e animali.
Pino Pascali rappresenterà l'Italia nella sezione Internazionale della LVI Biennale di Arte Contemporanea di Venezia.
UN PONTE DI IDEE FRA CARTA E METALLO
Fra la carta e il metallo il legame è difficile. E’ difficile se si parla di materia. Ma se a legare due elementi così diversi fra loro è il contenuto, allora le cose cambiano. E’ su questo gioco di materiali e di soggetti che viene presentata la mostra di disegni di Pino Pascali, disegni realizzati nel periodo della sua collaborazione con Sandro Lodolo per i caroselli pubblicitari. Arcieri, aborigeni, pesci, dinosauri e armi sono alcuni dei soggetti che fanno da ponte fra l’elemento carta e le sculture in metallo, ma anche con le sculture in tela centinata, in lana d’acciaio o catrame che Pascali realizzava nello stesso periodo. Pino Pascali – come si è detto – lavorò per la pubblicità accanto a Sandro Lodolo, per dieci anni; un mondo, questo, fatto di tanti elementi, ma dove chiaramente carta e cartoncino prevalgono su tutti. Dalla carta, i disegni cambiavano supporto e diventavano altro, decine di fotogrammi, e si trasformavano in pellicola, dando vita a sigle e caroselli e arrivando così, attraverso il tubo catodico, in tutte le case degli italiani, o almeno di quelli che nei primi anni ’60 avevano il televisore in casa! Era comunque un mezzo straordinario che incuriosiva e conquistava un pubblico sempre crescente e, chiaramente, riempiva di emozione e orgoglio l’animo di chi vedeva trasmettere i caroselli e le sigle a cui aveva lavorato. Quegli stessi anni, i dieci anni di pubblicità, dal 1958 al 1968, erano anche i dieci anni artistici di Pascali, i medesimi in cui realizzò il ciclo dei pezzi anatomici, degli animali, delle armi e degli attrezzi agricoli e tutti i suoi lavori, anche quelli scenografici per la RAI. In questi anni c’è quindi un misto di produzioni a cui Pascali si dedicava con uguale professionalità. La sua creatività si destreggiava fra i tanti impegni e fra le svariate lavorazioni nelle quali si trovava a inventare e proporre continue soluzioni e idee. Per questo motivo, proprio per questa mescolanza di impegni, si trovano spesso, nelle sue produzioni, elementi simili, soggetti affini e idee ricorrenti. I disegni qui raccolti, pur essendo per specifici caroselli o appunti per sigle televisive, si possono collocare a metà, in un percorso di passaggio, di andata e ritorno da diversi obiettivi, diventando, a volte, anche lo spunto, l’appunto creativo per fare poi altro; dalla carta alla pellicola e al metallo o dalla tela alla pellicola e di nuovo alla carta. Disegni di pesci, di pellicani e di dinosauri nuotano, volano o… riposano accanto ai pesci, ai pellicani e ai dinosauri fatti di tele centinate da cui prendono vita o ai quali loro stessi hanno dato vita… I formiconi si affiancano alla gigantesca “Vedova blu” di peluche, e la mitragliatrice e il cannone di metallo strizzano l’occhio al piccolo, colorato razzo su carta. E ancora, le corazze di lamiera su tavola fanno eco ai complicati costumi dei samurai, realizzati nel 1965 per gli spot della RAI “Radio tele fortuna”. Pascali, si sa, non dava nulla per scartato quando si parlava di creatività, anzi! Il suo estro versatile e la sua fantasia poliedrica non si sarebbero mai fermati a classificare un materiale superiore e uno inferiore. Ognuno serviva per le sue specifiche caratteristiche. Non a caso, in seguito ad un carosello per i biscotti Maggiora, del 1965, realizzò numerosi personaggi tridimensionali fatti di carta, cartoncino, stoffe, legno e piccoli oggetti in materiali diversi, assemblati insieme secondo l’esigenza. Alcuni di questi personaggi, per la loro fragilità, sono andati distrutti. Ma rimangono in alcune fotografie: sono passati dalla materia tridimensionale alla carta, come molte sue cose. Se poi i materiali sono diversi e distanti da loro, come il metallo e la carta, non importa: a collegarli ci sarà sempre un ponte, un ponte di idee! Claudia Lodolo
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Maria Alicata, curatrice della mostra Re-generation al MACRO di Roma, racconta la genesi del lavoro de I Killers e il percorso della ricerca di Pino Pascali. guarda il video .
Fondazione Museo Pino Pascali Polignano a Mare (BA) Contaminazioni. Pino Pascali e il cinema anni ‘60 Mostra e workshop dal 20 ottobre al 18 novembre 2012 vernissage sabato 20 ottobre, ore 10:30
La Fondazione Museo Pino Pascali organizza nell’ambito della Sezione Didattica, la mostra ‘Contaminazioni. Pino Pascali e il cinema anni ’60’, a cura di Yamuna J. S. Illuzzi e Serena Specchio, in collaborazione con la Regione Puglia – Assessorato al Mediterraneo, Cultura e Turismo – Mediateca regionale. L’inaugurazione e la prima visita guidata sono previste per sabato 20 ottobre, alle ore 10:30. La mostra intende indagare i possibili influssi tra l’opera artistica di Pino Pascali e il cinema attraverso una selezionata esposizione di manifesti e locandine dei film prodotti e distribuiti nelle sale cinematografiche tra il 1960 e il 1968, anno della scomparsa dell’artista. Il percorso espositivo si snoda tra manifesti e locandine originali, spezzoni di film e pannelli fotografici atti a comparare le contaminazioni volontarie e involontarie tra Arte e Cinema, due linguaggi entrambi basati sull’immagine.
L’arte visiva e il cinema anni 60’ possono essere studiati di pari passo per ricostruire alcuni aspetti dell’Italia anni ’60 quali il boom economico, la guerra in Vietnam e la protesta giovanile, la ricerca di una dimensione più armonica con la natura e l’attenzione delle nuove generazioni verso scenari pacifisti e gli studi di antropologia culturale. La produzione dell’artista pugliese si è articolata in cicli di opere e, per alcuni di essi, è stato possibile trovare precise corrispondenze in ambito cinematografico.
Le sezioni in cui si articola la mostra sono:
Pascali e la sua Africa La società sempre più tecnologizzata, meccanizzata ed industrializzata degli anni ’60 muove l’attenzione degli studiosi, come Levi-Strauss, verso orizzonti opposti, la ricerca delle origini e di stili di vita più naturali. Tarzan è l’eroe per eccellenza dell’epoca e i film dei quali è protagonista, già in produzione dai primi decenni del ‘900, non solo conoscono ampia diffusione ma vengono anche riprodotti in gran copia e finanziati nuovi episodi (Tarzan in India, Tarzan contro gli uomini blu, etc.). L’interesse per il selvaggio e il primitivo si leggono in diverse opere di Pascali: gli spot pubblicitari in cui raffigura animali della savana per lo studio Lodolo-Saraceni, le finte sculture rappresentanti frammenti di rinoceronti, dinosauri ed enormi cetacei e ancora le liane, i ponti realizzati in strutture di pagliette di lana d’acciaio, gli attrezzi agricoli, etc.
Il gioco delle Armi Le Armi per Pino Pascali hanno una valenza soprattutto estetica, sono assemblaggi di oggetti disparati che imitano armi vere ma che, a differenza di queste ultime, non sparano. Gli spazi espositivi si trasformavano in campi da gioco-militari e, per aumentare la finzione, Pascali stesso si metteva in scena travestendosi da soldato. Il personaggio cinematografico che ha una simile visone delle armi è James Bond. L’agente 007 in ogni episodio della saga sfoggia innumerevoli gadget, dalla sigaretta esplosiva alla scarpa-pugnale (Agente 007 – Si vive solo due volte, Agente 007 – Dalla Russia con amore, etc.). Le armi non rispecchiano per nulla la pericolosità che viene loro attribuita nel mondo reale ma, al contrario, la giocosità e la funzione estetica.
Dolce Roma anni ’60 La Roma del boom economico nella quale il giovane Pascali visse, studiò ed operò come artista viene descritta attraverso film dell’epoca come La dolce vita, Uccellacci e Uccellini, I mostri. Uno degli aspetti, prodotti del benessere economico, sui quali Pascali si sofferma maggiormente è l’immagine della donna, il cui corpo negli anni ’60 viene liberato dalle costrizioni precedenti ma anche mercificato e riproposto ossessivamente (Lolita, Le tentazioni del dottor Antonio in Boccaccio ’70). L’artista pugliese in opere come Seni, Gravida, Grande bacino di donna, Primo Piano Labbra, ingrandisce dettagli del corpo femminile mostrandosi così molto vicino alle istanze della Pop Art americana; allo stesso periodo appartengono alcune opere in cui rimpicciolisce monumenti romani: Roma è la vera protagonista che stimola l’immaginario anche degli artisti amici di Pascali, da Cesare Tacchi a Franco Angeli, da Sergio Lombardo a Renato Mambor, figure fondamentali della ‘Scuola di Piazza del Popolo’.
La mostra è visitabile nei seguenti giorni ed orari: dal 20 ottobre al 18 novembre 2012 dal martedì alla domenica ore 11–13 / 17-21 lunedì chiuso Ingresso libero
www.museopinopascali.i .
Intervista radiofonica su "Bellavista" di Raffaele Palumbo (Controradio) a Claudia Lodolo sulla monografia "32 anni di vita circa. Pino Pascali raccontato da amici e collaboratori" presentato al Museo Fattori di Livorno il 19 ottobre 2012
Controradio .
L'Altro Pascali Un itinerario attraverso le opere di Pino Pascali per cinema e televisione
a cura di Ludovico Pratesi e Daniela Ferraria
Fondazione Pescheria Centro Arti Visive - Pesaro inaugurazione 14 luglio ore 19 15 luglio - 9 settembre 2012
La mostra presenta il lavoro dell’artista Pino Pascali per la pubblicità televisiva e per il cinema, realizzato agli inizi degli anni ’60. Una campionatura che riunisce i diversi aspetti dell’attività professionale dell’artista come grafico pubblicitario: dai disegni agli scatti fotografici, dagli storyboards ai pupazzi costruiti con cartone e materiali assemblati. Per la prima volta questi materiali rari e in molti casi del tutto inediti, arrivano in uno spazio museale italiano. Pino Pascali esordisce come grafico negli anni Sessanta e manifesta fin dall’inizio una inventiva e un'ironia che caratterizza anche la sua ricerca artistica successiva. I materiali riuniti in occasione di questa mostra, tutti realizzati su commissione, testimoniano in maniera evidente la duttilità dell’artista e la sua grande capacità di adattare lo spirito del disegno alle esigenze del prodotto pubblicizzato. Alcuni bozzetti sono macchiette, definite con un tratto scattante e divertente, accompagnati da immagini concise ed essenziali, quando le sigle dei prodotti richiedono messaggi diretti e sintetici. La prima parte della mostra riunisce cento opere autografe, tra studi, disegni su carta e su acetato oltre ad alcuni collage, esposti come un ininterrotto flusso creativo su un unico pannello, che corre lungo la parete principale del Loggiato. Nell’ex chiesa del Suffragio si possono ammirare le fotografie degli spot realizzati e i video di popolari programmi televisivi come Carosello, Intermezzo e TV 7, dove si possono riconoscere i personaggi rappresentati nei disegni, che prendono vita attraverso l’animazione sotto forma di pupazzi e storie che attraverso la televisione sono entrati nella memoria degli italiani. I filmati sono stati ritrovati negli archivi della Rai da Marco Giusti, studioso di cinema e pubblicità televisiva, che li ha proposti nella sezione Slittamenti della Biennale di Venezia del 1993, curata da Achille Bonito Oliva. In catalogo, oltre ai testi dei curatori, viene ripubblicato un testo di Vittorio Rubiu, il critico che ha presentato la mostra dei disegni di Pascali nel 1991 nella galleria Arco d’Alibert a Roma, e alcune interviste a Sandro Lodolo e a Marco Giusti, raccolte da Claudia Lodolo. La mostra “L’Altro Pascali” è realizzata grazie al sostegno di: Comune di Pesaro, Bertozzini costruzioni, Gamba manifatture 1918, Ifi-Arredi Bar Gelaterie Pasticcerie, Isopak Adriatica Spa, gli sponsor tecnici Hotel Alexander Museum, Il Pesaro.it e Acanto.
per maggiori informazioni: Fondazione Pescheria
opera in esposizione:
Pino Pascali, Tre leoni, 1962-1963 grafite su carta, cm 28x22 Collezione Frittelli Arte Contemporanea, Firenze Courtesy Archivio dell'Opera Grafica di Pino Pascali
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RE-generation 27 giugno - 9 settembre 2012 MACRO Testaccio a cura di Maria Alicata e Ilaria Gianni
Re-generation è una grande esposizione collettiva che riunisce circa 40 artisti di diverse generazioni e vuole essere una fotografia sullo stato dell'arte contemporanea a Roma, svelando al pubblico alcune delle ricerche e delle sperimentazioni più interessanti. Roma, negli ultimi anni protagonista di una rinascita culturale che ha visto l'apertura di nuovi musei pubblici, gallerie e fondazioni private, è fulcro di un fermento artistico e produttivo che l'ha riportata al centro della scena culturale internazionale. La presenza inoltre di un folto numero di giovani artisti e il moltiplicarsi delle voci critiche e curatoriali alimentano questa fase attraverso la produzione, la ricerca e la sperimentazione. La mostra, che intende restituire questa grande vitalità, propone un percorso articolato tra video, installazioni, fotografia e performance, selezionando alcuni dei più significativi artisti, nati e attivi a Roma o che hanno scelto la città come tappa importante del loro percorso. Re-generation raccoglie opere inedite e molto recenti di - tra gli altri - Carola Bonfili, Tomaso De Luca, Rä di Martino, Jean Jacques Du Plessis, goldiechiari, Emiliano Maggi, Matteo Nasini, Eddie Peake, Nicola Pecoraro, Mary Raid Kelly, Pietro Ruffo, Giulio Squillacciotti, Paolo W. Tamburella, Carlo Gabriele Tribbioli, Nicole Wermers, Raphaël Zarka e Marco Raparelli, quest'ultimo ideatore dell'immagine guida della mostra. Re-generation includerà inoltre una selezione di opere dei maestri storici che hanno lavorato e vissuto in città - da Fabio Mauri a Luigi Ontani, da Gianfranco Baruchello ad Alighiero Boetti e Pino Pascali - per interrogarsi sull'attualità e sul ritorno di alcuni elementi distintivi dell'estetica dei grandi artisti del recente passato.
Nell'ambito della mostra RE-generation verrà presentato il progetto sulla serie de I Killers, la banda di gangster degli anni Trenta, realizzata da Pascali su commissione per l'Algida nel 1960. Le opere esposte fanno parte della Collezione Frittelli Arte Contemporanea di Firenze e saranno corredate da un video a cura dell'Archivio dell'Opera Grafica di Pino Pascali.
La mostra sarà accompagnata da un catalogo bilingue, edito per la nuova serie di pubblicazioni MACRO-Quodlibet, che raccoglie un'indagine sull'evoluzione del panorama culturale romano.
Artribune video
Artribune articolo
MACRO.org
Rai Edu
opera in esposizione:
Pino Pascali, Al Cafone, 1961
tecnica mista su carta fotografica, cm 24,7x31 Collezione Frittelli Arte Contemporanea, Firenze Courtesy Archivio dell'Opera Grafica di Pino Pascali
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a cura di Enza Bergantino e Rossella Romito
Inaugurazione 3 febbraio 2012 ore 18.30
3 - 26 febbraio 2012 martedì – sabato ore 20.00-23.30 / domenica ore 15.00 - 18.00 Teatro Due (Spazio Minimo e Spazio delle Caldaie) Viale Basetti 12/A - 43121 Parma
Pino Pascali. Mediterraneo Metropolitano è una mostra innovativa dedicata all’artista pugliese che verrà inaugurata a Teatro Due (Spazio Minimo e Spazio Caldaie), in Viale Basetti 12/A a Parma, il prossimo venerdì 3 febbraio e proseguirà fino al 26 febbraio 2012. La mostra mette in risalto l’amore di Pascali per la sua terra natia (Polignano a Mare in provincia di Bari) legata a quei valori tipici del mondo contadino e, allo stesso tempo, il fascino che su di lui esercitava l’energia totalmente nuova della metropoli americana. L’iniziativa è a cura di Enza Bergantino e Rossella Romito, studentesse del Corso di Laurea in Storia, critica e organizzazione delle Arti e dello Spettacolo dell’Università di Parma. Il progetto di mostra nasce dall'idea di voler dare continuità alla mostra didattica che le studentesse hanno realizzato nell’ambito del workshop “Pensare per fare”, tenuto dalla Professoressa Francesca Zanella ed è supportato dal finanziamento proveniente dal Bando per le Attività Culturali e Sociali degli Studenti dell’Università di Parma per l’anno 2011. La mostra intende ricostruire, attraverso un taglio critico e tematico originale e innovativo, il ruolo di Pino Pascali quale creatore di campagne pubblicitarie, in particolare dei video mandati in onda nella trasmissione RAI Carosello. La mostra ripercorre la produzione pubblicitaria di Pascali, che tra la fine degli anni Cinquanta e i primi anni Sessanta ha lavorato in RAI come aiuto scenografo e presso la casa di produzione pubblicitaria Lodolo Film quale ideatore di personaggi e creatore di storyboard. Nel giro di pochi anni, Pascali ha popolato il Carosello di personaggi stravaganti, protagonisti di brevi film di animazione rimasti celebri nella storia della televisione. L’intento della mostra è anche di sottolineare come nell’attività di Pascali si possano riscontrare due anime, solo apparentemente in contrasto tra loro: la cultura mediterranea e il contesto metropolitano. In questo senso, Mediterraneo e Metropolitano possono essere pensati come “serbatoi di idee” ai quali l’artista attingeva in totale libertà per creare i suoi spot. Nella cornice suggestiva dello Spazio Minimo del Teatro Due di Parma, che ben si sposa con la produzione in mostra dell’artista, il percorso espositivo si discosta dagli spazi solitamente deputati alle esposizioni d’arte e ben si accorda con la drammaturgia dello spazio teatrale. L’allestimento è giocato sul tema della sospensione, in completo accordo con gli attrezzi di scena del palcoscenico teatrale che sono utilizzati da supporto alle opere; il visitatore è completamente immerso in uno spazio nero dove a farla da padrone sono le luci e viene invitato ad entrare “in scena”, a stretto contatto con le opere selezionate. Completano il percorso videoproiezioni di approfondimento sulle opere e sull’artista. Nello Spazio Caldaie di Teatro Due saranno esposte le opere di quattro artisti emergenti (Lapo Simeoni, Miki Gorizia, Antonio Abbatepaolo e Pino Incredix) scelti dalle curatrici perchè conducono una riflessione artistica intorno alle tematiche del mediterraneo e del metropolitano. Lo scopo è quello di proporre ai visitatori della mostra dei possibili punti di contatto tra la produzione di Pascali presente in mostra e quella dei quattro artisti scelti. La mostra è realizzata con il supporto dell’Università di Parma, in collaborazione con Fondazione Teatro Due che ospita e supporta l’allestimento e grazie al contributo dell’Ospedale “Piccole Figlie” di Parma, la Presidenza del Consiglio della Regione Puglia, Macro Servizi per la Comunicazione di Parma, l’azienda agricola Orchidea Frutta di Rutigliano (Bari) e l’agenzia Resta Viaggi di Corato (Bari). L’evento è patrocinato dal Comune di Polignano a Mare (BA) e dalla Fondazione “Pino Pascali”. E’ stato ideato dall’Associazione “Pensare per Fare”, fondata da alcuni studenti dei corsi di Storia, critica e organizzazione delle Arti e dello Spettacolo e di Architettura dell’Università di Parma.
opera in esposizione:
Pino Pascali, Killer con scenografia, 1967 tecnica mista su acetato e cartoncino, cm 25x35 Collezione privata Courtesy Archivio dell'Opera Grafica di Pino Pascali .
IL MONDO DI PINO PASCALI
arte/gioco/pubblicità prorogata fino a domenica 15 gennaio 2012
Chiostro delle Clarisse - Noci (BA) 8 dicembre 2011 / 15 gennaio 2012 tel. 080 4974381
Orario di apertura: h 19.00 / 22.00 Domenica e festivi: h 10.00 / 13.00 - 18.00 / 20.00
comunenoci.it
I BUFFI PUPAZZI DELL'UOMO-BAMBINO
Le quarantesei opere bidimensionali realizzate a tecnica mista e la scultura (un curioso soldatino tubiforme costruito con l'impiego di oggetti in parte già esistenti: un minuscolo, geniale, ready-made) che compongono questa piccola, raffinata mostra illustrano uno dei settori dell'attività di Pino Pascali, quello rivolto alla pubblicità, ai cartoons e all'animazione - meno conosciute dal grande pubblico, attratto piuttosto dalle grandi, suggestive opere tridimensionali che sono state e sono al centro di alcune grandi esposizioni nazionali e internazionali dedicate all'artista. Questa "dimenticanza" di cui solo di recente si sta giustamente ovviando attraverso un'intensa attività editoriale ed espositiva, non sembra però un caso, dato che lo stesso Pascali, a quanto riferiscono critici e amici che ebbero la fortuna di conoscerlo, in particolare il Calvesi e il Lodolo, non parlava volentieri di questa sua produzione, verso la quale forse non nutrì una particolare considerazione - spinto com'era dall'ambizione di fare la "grande arte" - e a cui pure si dedicò con contuinità e straordinario impegno a cominciare dagli anni immediatamente seguenti la sua uscita dall'Accademia di Belle Arti di Roma (dove aveva conseguito il diploma con lode in scenografia nel 1959, sotto la guida di Toti Scialoja, che lo aveva avviato alla conoscenza dell'arte americana contemporanea), quando strinse amicizia con Sandro Lodolo, titolare di una ditta di cortometraggi pubblicitari, con il quale lavorò continuativamente sino alla tragica morte avvenuta nel 1968: produzione peraltro che affranca, nel corso degli anni, quella in grande scala. Eppure queste opere, preparatorie e per sigle televisive, siparietti animati, cortometraggi, pubblicità, rappresentano una parte fondamentale del suo catalogo, una parte che sempre più, in questi ultimi anni, ha suscitato vivo interesse e raccolto apprezzamenti. Quello che soprattutto colpisce di questa ricca produzione, oggi purtroppo in parte dispersa e che non è soltanto "su commissione", com'è stato detto da alcuni, ma risponde anche alle esigenze espressive proprie dell'artista, è il rivelarsi in essa di un ossimoro che appare una costante in tutta l'opera del Pascali (anche quella che lo vede impegnato in prima persona, come creatore, attore o guitto, inteso nel senso migliore del termine, di alcuni indimenticabili cortometraggi): una vitalità, un'energia, una vulcanicità e poliedricità straordianarie che si traducono in una gioia e in un ludus quasi fanciulleschi, apparentemente ingenui ma in realtà sorretti e nutriti da un lavoro preliminare e da una quasi feroce autodisciplina. Non c'è nulla di casuale o di superficiale nella produzione grafica di Pascali, che all'epoca lo vide partecipare ad importanti campagne pubblicitarie ed eseguire loghi, sigle, disegni che, se sono fonte ancora oggi di sorpresa o puro divertimento da parte di chi li guarda, denunciano a chiare lettere la indiscutibile professionalità e le incapacità sperimentali ed innovative di un artista la cui parabola creativa, ricchissima di spunti e di opere, si consumò - non dimentichiamolo - nella breve stagione di un solo decennio, tanto intenso, vario e articolato da lasciare sconcertati. Ma è una produzione, quella grafica e destinata all'animazione, che anticipa anche le forme delle grandi opere tridimensionali, fornendoci i precedenti e le chiavi di lettura per seguire il processo creativo che ha portato alla realizzazione di queste ultime. Nelle opere destinate ad un mezzo come la televisione - all'epoca certamente meno diffuso di oggi ma sicuramente un luogo che offriva la posssiblità di sperimentare liberamente le proprie pulsioni creative molto più di quanto sia consentito nel mondo globalizzato attuale - Pascali mescola con apparente facilità i segni tipici dell'artista (linee sottili che compongono volumi, terse scenografie o sintetici corpi spesso cilindrici o, talvolta, semplici ma studiati scarabocchi che si trasformano misteriosamente in esilaranti esseri umani od animali: colori di cui il mezzo televisivo dell'epoca, in bianco nero, non ci permetteva di apprezzare la ricchezza ma che oggi emergono nella loro varietà e brillantezza o nelle loro raffinate cromie bigiobrune nei disegni originali) a quelli tipici dell'enigmistica, di colui che gioca con ironia con le parole e con le lettere, attraverso calembours e doppi sensi. Spiccano, tra le opere esposte, il bozzetto dedicato a Salvador, el matador del televisor, flessuosa e comica sagoma di torero alle prese con un'improbabile serie di tori, animazione realizzata per un carosello dell'Algida del 1962, o quello che mostra una schiera di impettiti soldatini in marcia per la pubblicità delle sigarette Amadis realizzata l'anno successivo, che li vede accendere la sigaretta anziché la miccia così come veniva loro ordinato (pubblicità di cui l'artista fu particolarmente orgoglioso, tanto da eseguire anche tavole e pannelli decorativi), o i buffi personaggi eseguiti per la pubblicità nei cinema rionali della libreria Maraldi di Roma. Ma le citazioni dovrebbero riguardare tutto l'insieme delle opere in mostra, alcune delle quali esposte per la prima volta, che ci permettono di entrare in questo magico, rivisitato mondo in cui si alternano killers e poliziotti, ergastolani, briganti, soldatini, cavernicoli, stregoni, pesci, balene, prostitute, pupazzi di neve, spazzacamini, guerrieri, re, arlecchini, cavalieri, cacciatori, vichinghi, travets, toreador e tori infilzati, samurai, pesci, coccodrilli - personaggi tutti deliziosamente (starei per dire delicatamente e liricamente) comici, fissati in un momento dell'animazione la quale darà loro ulteriore vita e capacità di divertimento - e di farci avvolgere dalle spire tentacolari e coinvolgenti dell'arte di Pascali, questo bambino-adulto morto troppo presto perché ha forse voluto vivere troppo intensamente.
Clara Gelao Direttore Pinacoteca Provinciale di Bari .
Arte Povera 2011 a cura di Germano Celant
Promossa da Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea e Triennale di Milano
Coordinamento e catalogo Electa
Da settembre 2011 apre al pubblico la mostra – evento Arte Povera 2011 a cura di Germano Celant, che si svolgerà contemporaneamente, fino ad aprile 2012, in diversi e importanti musei e istituzioni culturali attraverso l’Italia, nelle città di Bari, Bergamo, Bologna, Milano, Napoli, Roma e Torino.
L’iniziativa, che ha come fulcro il movimento nato nel 1967 con gli artisti Giovanni Anselmo, Alighiero Boetti, Pier Paolo Calzolari, Luciano Fabro, Jannis Kounellis, Mario Merz, Marisa Merz, Giulio Paolini, Pino Pascali, Giuseppe Penone, Michelangelo Pistoletto, Emilio Prini e Gilberto Zorio, presenta su scala nazionale e internazionale gli sviluppi storici e contemporanei di questa ricerca distribuendo le varie fasi e i singoli momenti linguistici in differenti luoghi: dal Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea di Rivoli-Torino, alla Galleria nazionale d’arte moderna di Roma, dalla GAMeC Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo, al MADRE Museo d’Arte Contemporanea Donnaregina di Napoli, dal MAMbo - Museo d’Arte Moderna di Bologna, al MAXXI Museo nazionale delle arti del XXI secolo di Roma, dalla Triennale di Milano al Teatro Margherita di Bari.
Per maggiori informazioni: triennale.org
Pino Pascali 32 Mq. Di mare circa, 1967 30 vasche di alluminio zincato e acqua colorata all'anilina / 30 zinc-coated aluminum tubs and blue aniline-dyed water cm 113 x 113 ognuna / 113 x 113 cm each Galleria Nazionale d’Arte Moderna, Roma
Roma, Galleria Nazionale d’Arte Moderna. Su concessione del Ministero per i Beni e le Attività Culturali / With the permission of the Ministry of Heritage and Cultural Activities .
PINO PASCALI. Mediterraneo Metropolitano
inaugurazione 24 settembre 2011 ore 16,30 in occasione della Notte Bianca dell'Arte di Brescia 24 settembre - 30 novembre 2011
Colossi arte contemporanea Corsia del Gambero 13 25121 Brescia www.colossiarte.it .
ENERGHEIA a cura di Luciano Caramel
inaugurazione sabato 24 settembre 2011 ore 11.00 Ex Chiesa S. Francesco – Spazio Antonio Ratti, Largo Spallino, Como ore 13.30 FAR - Fondazione Antonio Ratti, via per Cernobbio, Como 24 settembre – 20 novembre 2011
Superato il traguardo dei venti anni, Miniartextil, una mostra unica in Italia e tra le più importanti nel mondo, riparte con la 21° edizione che segna una svolta innovativa nel percorso della manifestazione. Ideata e organizzata all’Associazione culturale Arte&Arte di Como, curata da Luciano Caramel, la mostra si sviluppa attorno ad un unico tema centrale: “Energheia”. Cinque sedi espositive con eventi collaterali alla mostra. Tra gli artisti presenti con grandi installazioni: Angelo Filomeno, Joseph Beuys, Pino Pascali, Marina Abramovic, Chiharu Shiota, Azra Aksamija, Alexandr Bordsky, Wlodzimierz Cygan, David Herbert, Kela Cremaschi. Dal 22 al 27 settembre in concomitanza con la settimana della moda, Miniartextil presenta a Milano un'anticipazione della mostra di Como, con installazioni di grandi dimensioni. Speciale per quest’anno, una raccolta di video e immagini dedicate alla Fiber Art del Giappone, un paese che le energie distruttive del terremoto hanno messo a dura prova. “Energheia 2011 miniartextil” gode del Patrocinio di: Ministero per i Beni e Attività Culturali, Regione Lombardia, Assessorato alla Cultura Provincia di Como, Assessorato alla Cultura Comune di Como, Camera di Commercio Como, Ordine degli Architetti PPC di Como. La mostra è sostenuta inoltre da Fondazione Antonio Ratti, Comune di Montrouge, Fondazione Musei Civici Veneziani e da sponsor privati.
LE OPERE in mostra: La sezione grandi installazioni è composta da opere create appositamente per la manifestazione e da opere scelte in aderenza al tema. Tra quelle confermate citiamo la forza espressiva di “Stardust”, un grande pannello in seta ricamata e swarosky di Angelo Filomeno, l’eleganza di corpi pulsanti che si confrontano, incrociando materiali tecnologici come i led ad elementi naturali come una rete di corteccia di palma in “Aura” della slovena Anda Klancic. Sempre dalla Slovenia arriva un altro lavoro che parla di luce in “Growing light” dei Bela Bela, un reticolo di tubi di tessuto bianco appesi da attraversare. Reti, tensioni, oggetti sospesi e tirati da forze contrastanti si ritrovano nei due grandi box di “Trauma/Alltag” della giapponese Chiharu Shiota, così come tiranti a ragnatela imbrigliano un tragico super eroe, uno spiderman realizzato con assemblaggi di materiali tecnologici recuperati dal giovane artista americano David Herbert in “Charlotte’s web”. Un reticolo tra scienza e natura è “Tree” della turca Oznur Enes intestini essiccati a forma di embrioni a definire un organismo vivente. Flavio Lucchini presenta un gruppo di coloratissime “Dolls” e alcuni quadri della serie “Burqa” presentata anche alla Biennale di Venezia 2011. Intimistico e riflessivo il lavoro del russo Alexandr Brodsky con “White windows”, light box retroilluminate posizionate a parete come moderne vetrate medievali da cui si intravedono aspetti anche frenetici della condizione umana; dalla chiesa alla moschea, l’energia dello spirito e l’intensità della preghiera si manifestano in “Flocking Mosque” della bosniaca naturalizzata austriaca Azra Aksamija, tappeti a rosone fatti di tessuti e ciabattine colorate. Di grande importanza il “Baco da setola” realizzato da Pino Pascali. Infine citiamo un pezzo storico legato al grande sisma dell’Irpinia, energia naturale che distrusse uomini e cose:“Vestito terremoto” di Joseph Beuys. Nei minitessili troviamo diverse interpretazioni di "Energheia”: dal colore, alle forze vettoriali, alle sinapsi del cervello umano, alla forza dei contatti tra le persone, alla danza, alle riflessioni sulle fonti energetiche tra tecnologia e natura. Nelle espressioni più vicine alla scienza citiamo “Weave” rete da scossa elettrica o immagine al microscopio dell’artista giapponese Mihoko Sumi, “Radiazioni” della tedesca che risiede a Como Heidi Bedenknecht De Felice,“Nucleus” del serbo Zlatko Cvetovic ancora cavi di elettricità attorno a un centro e “Chain reaction” del colombiano Alvaro Diego Gomez Campuzano. Società, persone e comunicazione sono presenti nelle opere di: Genevieve Moisan con “Temptations”, Ieva Prane con “The energy of holidays”, Ludwika Zytkiewicz-Ostrowska con “Energheia From the cycle game” - tessere ad effetto domino - Almyra Weigel con “Tamed mouse”, la lotta quotidiana tra computer e scrivania, e Lucia Pagliuca con “Io-tu, noi-voi”. Descrivono la grande energia della natura le opere di Feliksas Jakubauskas “Earth pulsation” e Antra Augustinovica “Solar mystery”, mentre il colore esplode nelle matite vettoriali di “Energheia” di Aud Bakkelund, in “Dear dear” di Aya Takada e in “PETRA mirabila” di Yukako Sorai. INFORMAZIONI GENERALI: Curata da Luciano Caramel, la mostra è ideata e promossa da Arte&Arte - progetto e realizzazione di Nazzarena Bortolaso e Mimmo Totaro. Con i Patrocini : Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Assessorato alla Cultura Provincia di Como, Assessorato alla Cultura Comune di Como, Camera di Commercio Como, Ordine degli Architetti PPC di Como. La mostra è sostenuta inoltre da Fondazione Antonio Ratti, Comune di Montrouge, Fondazione Musei Civici Veneziani e da sponsor privati. .
PINO PASCALI dalla provincia al mondo in occasione della 75^ edizione della campionaria barese a cura di Clara Gelao
inaugurazione 9 settembre 2011 10 settembre – 18 settembre 2011
Padiglione della Provincia di Bari Fiera del Levante, Bari
Venerdì 9 settembre 2011 presso il Padiglione della Provincia di Bari all’interno della Fiera del Levante si è tenuta la presentazione della mostra “Pino Pascali: dalla Provincia al Mondo”, aperta dal 10 al 18 settembre 2011 presso il Padiglione dell’ente provinciale, in occasione della 75^ edizione della campionaria barese. L’evento rientra nell’ambito delle manifestazioni dedicate all’Arte Povera in corso in tutta Italia.
La mostra ospita 46 bozzetti e disegni pubblicitari, concessi in prestito da collezionisti locali.
opera in esposizione:
Pino Pascali, Esquimesi, 1960 tecnica mista su cartoncino, cm 25,5x33,5 Collezione privata
http://bari.repubblica.it/cronaca/2011/09/13/foto/pino_pascali_in_fiera_arte_dalla_provincia_al_mondo-21628395/1/ .
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